Deve ritornare nel suo Paese di origine, la Costa d’Avorio, per prendersi cura della famiglia e coglie l’occasione del progetto di ritorno volontario assistito e reintegrazione “Back to the Future” gestito dal GUS Gruppo Umana Solidarietà.
La storia di Fofana è una delle tante che passano per le rotte del Mediterraneo fino a raggiungere il nostro Paese. L’obiettivo era sfuggire alla povertà, anche se l’arrivo in Italia e in Europa aveva più incognite che certezze.
Dopo la morte della madre, con cui condivideva l’attività di ambulante di abbigliamento nella città ivoriana di Daloa, Fofana è diventato socio di un’attività di rivendita di motociclette, ma non è andata bene. La morsa della povertà era forte e il desiderio di fare “il salto verso l’Europa” ancora più cocente. Così ha raccolto i risparmi di famiglia, le sue cose, e nel giugno scorso è sbarcato sulle coste italiane . Qui non ha avuto molto tempo per realizzare il suo progetto migratorio. E’ stato ospite di una struttura nel Lazio, ma non ha fatto in tempo a scrollarsi di dosso la frustrazione per le difficoltà che affrontano tutti i migranti al loro arrivo in Europa, che l’ha raggiunto la notizia dell’incidente in cui sono morte le cinque sorelle.
“Se potessi tornare a piedi nel mio paese partirei domani mattina”, ha detto al secondo colloquio con gli operatori del progetto “Back to the Future”, tanto è il desiderio di raggiungere la sua famiglia per prendersi cura dei suoi nipoti. Il progetto migratorio passa decisamente in secondo piano di fronte ai propri cari colpiti da un così grave lutto.
Alle 13.40 di martedì 27 dicembre Fofana lascerà l’Italia con un volo Air Algerie, per atterrare, dopo un breve scalo, ad Abidjan, e da lì in pullman fino a Daloa. Casa sua, finalmente.
Qui ripartirà, ma non da zero. Grazie a “Back to the Future” il progetto di Rimpatrio volontario assistito e Reintegrazione, finanziato dal programma “Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione 2014-2020”, gestito dal GUS Gruppo Umana Solidarietà, Fofana comincerà una nuova vita grazie al suo Piano di Reintegrazione (PIR), che prevede l’avvio di un’attività commerciale, ovvero un negozio di vendita di prodotti cosmetici nella sua città, Daloa. Tutto questo grazie ad un piccolo sostegno economico e all’assistenza di un Agente territoriale ivoriano, responsabile del monitoraggio del PIR, Amiez Alain, un sacerdote cattolico. L’auspicio è che Fofana riesca a raggiungere nuovamente l’autonomia economica e così la sua dignità.